C’è un tipo di “allerta fiscale 2026” che non fa rumore, non arriva con sirene, ma si sente lo stesso, quando inizi a fare due conti e capisci che le regole cambiano proprio dove pensavi di essere al sicuro. Il punto non è solo quanto paghi, ma anche quanto sei “leggibile” per i nuovi controlli.
Cosa cambia davvero con le aliquote Irpef 2026
La novità più concreta della Legge di Bilancio 2026 riguarda una sola fascia, ma è quella che tocca tanti redditi da lavoro dipendente e autonomo “medi”. In pratica, si interviene sul secondo scaglione, quello tra 28.000 e 50.000 euro.
Ecco la fotografia, semplificata, delle aliquote:
| Scaglione di reddito | Aliquota 2025 | Aliquota 2026 |
|---|---|---|
| fino a 28.000 € | 23% | 23% |
| 28.000, 50.000 € | 35% | 33% |
| oltre 50.000 € | 43% | 43% |
Risultato: sul tratto di reddito dentro quel secondo scaglione, l’imposta si riduce. Il beneficio massimo stimato arriva fino a 440 euro per chi si colloca a ridosso dei 50.000 euro, e poi si “diluisce” progressivamente anche per redditi più alti (fino a 200.000 euro), perché una parte del reddito resta comunque dentro quel segmento agevolato.
Per capirci con un’immagine semplice, è come se su un pezzo del tuo reddito la “morsa” si allentasse di due punti. Non cambia tutto, ma lo senti.
La sorpresa che molti sottovalutano: la flat tax sugli extra
Tra le misure che fanno più parlare, c’è una flat tax al 15% applicata a straordinari, lavoro festivo o notturno e relative indennità, per i dipendenti con reddito fino a 40.000 euro. La particolarità è che questa tassazione sarebbe esente da Irpef e addizionali.
Se ti capita di fare turni o straordinari, qui il cambio può essere molto concreto: non è un “bonus”, è proprio un modo diverso di tassare quella quota. In busta paga, spesso la differenza si nota più di quanto ci si aspetti, perché riguarda soldi “variabili” che di solito vengono erosi da trattenute e scaglioni.
Chi pagherà di più: non tanto per aliquote, ma per i controlli
La domanda vera, quella che inquieta, è questa: chi rischia di pagare di più nel 2026? La risposta è meno legata alle aliquote e più alla nuova stagione di controlli automatizzati dell’Agenzia delle Entrate.
Dal 1° gennaio 2026 entra in funzione un sistema algoritmico che incrocia più fonti, tra cui:
- dichiarazioni e dati storici
- fatture elettroniche
- flussi finanziari tracciabili
- risultati degli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità)
Chi finisce nel mirino? Non “chi guadagna di più”, ma chi presenta profili considerati a rischio. Per esempio:
- ricavi o margini incoerenti con il settore
- ISA bassi in modo sistematico
- discontinuità fiscali improvvise (un anno sì, due anni no)
- lettere di compliance ignorate
- scarsa coerenza tra incassi, spese e dichiarazioni
In questo quadro, non aderire al concordato biennale (quando applicabile) può aumentare l’esposizione a controlli mirati. Non è una condanna automatica, ma è come camminare con un faro puntato addosso.
POS e registratori telematici: il dettaglio che diventa sanzione
Dal 1° gennaio 2026 diventa obbligatorio collegare POS e registratori di cassa telematici. Qui l’allerta è pratica: non basta “avere il POS”, serve l’adeguamento corretto e la trasmissione dei dati.
Le sanzioni previste, in sintesi:
- 100 euro per trasmissione mancante (fino a 1.000 euro a trimestre)
- da 1.000 a 4.000 euro per mancato adeguamento
Tradotto: un problema tecnico ripetuto, o un aggiornamento rimandato, può trasformarsi in una spesa inattesa.
Bonus, ritenute e nuove tassazioni: cosa tenere d’occhio
Sul fronte incentivi, vengono prorogati alcuni capisaldi:
- ristrutturazioni (50% prima casa, 36% altre, fino a 96.000 euro)
- ecobonus
- bonus mobili (50% fino a 5.000 euro)
Attenzione però ai controlli, perché sul Superbonus (terminato al 31 dicembre 2025) sono previsti riscontri sistematici.
Infine, tra le novità che cambiano il “clima” fiscale:
- ritenuta universale 1% tra imprese, con focus sulle partite IVA
- Tobin tax sulle stablecoin al 26%
- misure per investimenti, come iperammortamento e rifinanziamento della Nuova Sabatini
Come prepararsi senza ansia, ma con metodo
Se devo darti un consiglio da “vita reale”, è questo: nel 2026 vincerà chi è ordinato.
- controlla la coerenza tra incassi, costi e settore (soprattutto se hai partita IVA)
- non ignorare comunicazioni di compliance
- verifica per tempo POS e registratore telematico
- se fai straordinari, valuta l’impatto della flat tax al 15%
Le aliquote cambiano poco, ma il modo in cui il fisco “vede” i dati cambia molto. E lì, davvero, si decide chi pagherà di più.




